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Laura Vincenzi nasce a Ferrara il 6 giugno 1963. I suoi quasi 24 anni di vita sono quelli di una ragazza che esprime amore per la vita, per la famiglia, per gli amici, per tutto ciò che la circonda.
Impara ad amare ed ama soprattutto Dio.
Il rapporto con i genitori Franca, detta Luisa, e Odo, la vita di parrocchia, l’essere animatrice ACR, i numerosi incontri spirituali (Spello, Roma, Taizé) la attirano sempre più ad un rapporto intimo con Gesù. Non nega mai la sua vivacità, la sua ironia, la voglia di laurearsi, di essere felice e, un giorno, di sposarsi, di avere figli.
Nel luglio del 1982, a Spello, Laura conosce Guido (di Roma) con cui si fidanza nell’agosto del 1983. E’ un fidanzamento un po’ particolare data la distanza tra Tresigallo e Roma, fatto di incontri mensili, di telefonate periodiche e, soprattutto, di tante, tantissime lettere (numerose di quelle di Laura pubblicate in LETTERE DI UNA FIDANZATA).
Nel luglio 1984 compare un piccolo rigonfiamento nel piede sinistro che i medici diagnosticano come semplice cisti. In poche settimane però il numero dei noduli cresce. Un chirurgo del Traumatologico di Bologna decide di operarla ritenendo che si tratti di “sarcoma sinoviale”. L’esame istologico conferma purtroppo la diagnosi. Comincia così un duro banco di prova per la fede di Laura: sei sedute di chemioterapia, ventiquattro di cobalto terapia, forti conati di vomito, ulcere alla lingua, la perdita dei capelli.
Laura però non cede alla paura del tumore, si sforza di vivere nella normalità per mantenere la propria dignità con l’aiuto di Dio. Riesce persino ad essere ironica nei confronti della malattia.
Il rapporto con Guido si fortifica e Laura matura via, via uno stile di vita e un’ascesi che le consentono di affrontare le prove sempre impegnative. Nel gennaio 1986, purtroppo, ricompaiono neoplasie al piede che portano all’amputazione dell’arto, avvenuta il successivo 18 febbraio, e ad un secondo ciclo di chemioterapia. Abbracciare la Croce = Vivere l’Avventura: questa frase, tratta da un diario di Laura, basta da sola a descrivere il suo modo di affrontare l’amputazione.
Laura continua a dare esami all’università (l’ultimo è del 28 gennaio 1987), a fare la vita di parrocchia, di famiglia, di gruppo. Alla vigilanza e alla responsabilità si aggiunge la consapevolezza che il male non può ledere la realtà più intrinseca e più vera della sua vita che ne costituisce la sua originalità: donarsi agli altri come strumento di Dio.
Nell’ottobre 1986 il referto della tomografia rileva metastasi ai polmoni. Da lì, attraverso un costante indebolimento fisico ma non certo spirituale, il 4 aprile 1987 Laura muore nella propria casa circondata dai suoi cari. Pochi giorni prima della morte, quelli di maggior sofferenza e della consapevolezza della fine certa, Laura aveva raccomandato alla mamma Luisa di non disperarsi poiché lei aveva di fronte due strade che riteneva entrambe stupende: guarire e quindi laurearsi, sposarsi con il suo amato Guido, avere dei figli, oppure morire e dunque andare in sposa a Cristo.

Nel 2009 a Roma il presidente diocesano di Azione Cattolica Fausto Tagliani incontra Silvia Correale, poi Postulatrice della Causa, e le racconta di Laura Vincenzi. Gli anni successivi vedono deporsi i piccoli tasselli di un mosaico che ha portato nel 2015 l’Azione Cattolica di Ferrara-Comacchio a costituirsi come parte attrice nella Causa e a presentare un consistente elenco di testimoni, grazie allo stimolo e al sostegno fondamentali dell’Associazione Amici di Laura Vincenzi.

Tra il 2016 ed oggi sono state promosse diverse iniziative, tra cui: la diffusione della preghiera, approvata dall’Arcivescovo, di richiesta di grazie al Signore per intercessione di Laura; l’apertura di un conto corrente per la pubblicazione, con l’Editrice AVE, del libro “Lettere di una fidanzata”; l’intitolazione della Scuola di Teologia per laici a Ferrara e il lancio della canzone “Laura canta insieme a noi”.

Ottenuti i pareri della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna e della Congregazione dei Santi, nominato il Tribunale diocesano, il 1° marzo 2021, sotto l’episcopato dell’Arcivescovo mons. Gian Carlo Perego, il processo ha avuto inizio: sono state designate le commissioni teologica e storica per lo studio dei materiali disponibili, la spiritualità e la vita di Laura, e sono iniziate le audizioni dei testimoni cominciando dai genitori di Laura.

La fase diocesana si chiuderà con l’invio di questo lavoro alla Congregazione delle Cause dei Santi a Roma. Parliamo di tempi solo in parte nella disponibilità degli uomini: sarà infatti necessario che la Congregazione confermi l’eroicità delle virtù della Serva di Dio, ma anche che per la sua intercessione il Signore operi miracoli verificabili. E’ per questo che insieme agli aspetti formali del Processo, alla diffusione della figura di Laura e alla cura dei necessari risvolti economici del percorso, è soprattutto importante la preghiera e, da oggi, anche la canzone, perché come insegna Sant’Agostino, “chi canta, prega due volte”.